Vorrei fare una riflessione e condividerla con voi: come si fa a conciliare e ben gestire tutti i ruoli diversi che dobbiamo “interpretare” nella nostra quotidianità, senza sentirci persi e confusi da queste diverse “identità”? Lo sperimento in prima persona: attualmente mi trovo a svolgere vari ruoli diversi durante la mia giornata: quello professionale di psicologa, nello studio privato di psicoterapia, quello “istituzionale” di insegnante, in una scuola superiore con ragazzi dai 16 ai 20 anni circa, e quello “famigliare” di mamma di una bimba di 6 anni. Non è affatto facile giostrarsi tra tutto questo e soprattutto trovare un senso per noi stessi, riuscendo a mantenere la nostra centralità, il nostro senso di “io chi sono”.
Mi trovo quindi a cercare di interpretare nel migliore dei modi ruoli diversi che, tutti, mi danno modo di conoscermi, mettermi in gioco e di trovare la mia individualità. Questi contesti, secondo me, hanno qualcosa in comune…l’obiettivo finale è simile: in tutti i contesti il mio scopo è quello di IN-SEGNARE, ovvero di “ LASCIARE UN SEGNO” nell’altra persona, lasciare una traccia che gli possa essere utile per stare meglio, nel caso di un paziente che vedo in studio, che lo stimoli a crescere e ad imparare, nel caso dello studente a scuola, entrambe le cose nel caso di mia figlia.
Nella relazione educativa, infatti, il ruolo dell’adulto dovrebbe essere quello di “colui che dà una traccia” all’allievo e nello stesso tempo di “colui che lascia una traccia” dentro di lui; ovvero è solo attraverso una relazione speciale tra noi e l’altro che possono passare certi insegnamenti; è la magia dell’incontro che lascia il segno, è attraverso la capacità di emozionare, di divertire, di interessare che riusciamo a colpire l’attenzione degli altri e abbiamo l’opportunità di trasmettere loro qualcosa di nostro. Questo scambio produce un cambiamento , che poi si trasformerà in un apprendimento. Entrambi usciamo da questo scambio diversi e un po’ più ricchi.
Buona vita a tutti!
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Cecilia